Perché Facebook ha deciso di diventare Meta e che impatto ha sulla tua strategia digitale?

Le risposte brevi sono rispettivamente: per evitare l’associazione troppo forte al servizio principale e no, non almeno nel breve periodo.

Meta e Facebook: a prima vista

Ci sono più modi di vedere la cosa e ne parlo più avanti, per il momento esploriamo questa primo approccio. Facebook è il noto social network con quasi 3 miliardi di utenti nel mondo. Facebook però è anche la capogruppo di altre aziende e servizi, i più noti sicuramente WhatsApp e Instagram, ma anche Oculus VR, PrivateCore e tanti altri. Se la componente social è oggi quella dominante in termini di risultati non è detto che lo sia anche in futuro. Meta è più neutrale, oggi è la società di Facebook e altri servizi, domani potrebbe essere quella nota soprattutto per… chissà. Un’operazione simile l’aveva già realizzata Google, facendo diventare la capogruppo Alphabet. Il motore di ricerca non ha cambiato certo nome, ne servizio, addirittura le azioni Alphabet sono scambiate sul mercato ancora sotto l’identificativo GOOGL! Allo stesso modo nel breve termine non cambierà nulla per Facebook e neanche per te. Che tu usi oggi Facebook o Instagram o non li usi puoi tranquillamente mantenere la tua strategia digitale. Sicuramente noi non abbiamo cambiato né la nostra, né la strategia dei nostri clienti.

Una visione più raccontabile

meta facebook snow crash paolo pelloni

Nel 1992 usciva Snow Crash libro iconico per diversi motivi. Neal Stephenson, uno dei massimi esponenti della seconda generazione cyberpunk si chiede cosa succederebbe se anziché vivere nel mondo reale le persone preferissero farlo in uno virtuale: il metaverso? Vedi qualche analogia con i social network? Zuckerberg più di una, da diverso tempo parla di metaverso come il futuro delle sue aziende ed il nome Meta è un altro passo in quella direzione. Una narrativa più accattivante del mero social network dove, almeno nel suo racconto, la sua azienda mettere le persone in relazione per il bene del mondo (beh non letteralmente, ma in fondo il suo messaggio è quello). Sarà vero, riuscirà? Lecito avere qualche dubbio. Qui un ragionamento sulla strategia, forse di medio termine si può fare. Se il colosso dei social investe tempo e denaro in quella direzione, si potrà pensare anche noi di fare qualche esperimento; sia per sfruttare la visibilità che ottengono i pionieri, sia per fare esperienza che tornerà utile se quelle soluzioni diventeranno di massa.

Una visione meno raccontabile

Il sospetto che questa operazione serva anche a distrarre il pubblico dalle forti critiche rivolte a Facebook non è secondario. Dallo scandalo di Cambridge Analytica alla recente indagine del Wall Street Journal su come la società di Zuckerberg guadagni dal fomentare contrapposizioni e polarizzazione delle discussioni (e lo faccia coscientemente), non mancano gli argomenti che mettono una cattiva luce sulla F blu. Meta può indirizzare l’attenzione altrove ed è un nome che si scrolla, o almeno cerca di farlo, la dubbia moralità del suo brand principale. Accoppiato allo storytelling del metaverso può essere la strategia per rispondere alle critiche cambiando la conversazione. Come cita giustamente Scott Galloway lo insegna Don Draper: “Se non ti piace quello che viene detto, cambia la conversazione”. Quale è l’indicazione per la tua strategia in questo caso? Non diretta, le negligenza di Facebook non ricade sui suoi inserzionisti, il fatto però che l’opinione pubblica sia più insofferente ed attenta all’uso del digitale non deve essere trascurato. Le tue campagne di marketing digitale sono etiche?