L’intelligenza artificiale (AI) non è più un’opzione per le aziende: è una necessità, nel 2025 ancor più di prima. Tuttavia, uno studio condotto da un’importante società rivela che la maggior parte delle organizzazioni non è ancora pronta per adottarla in modo efficace. L’articolo identifica tre sfide principali e suggerisce alcune strategie per superarle. Di seguito, riassumiamo i punti salienti e forniamo tre spunti pratici per le aziende italiane che vogliono sfruttare al massimo il potenziale dell’AI entro il 2025.


I tre problemi principali identificati dalla ricerca

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  1. Formazione AI inefficace
    Nonostante la crescente diffusione di corsi e programmi di formazione sull’AI, i risultati mostrano che l’effetto sul livello di competenza è limitato. La formazione attuale aumenta la frequenza d’uso degli strumenti AI, ma non migliora la comprensione profonda o le capacità di prompting, ovvero l’abilità di formulare comandi efficaci per ottenere risultati ottimali. Questo suggerisce che gran parte della formazione è teorica o focalizzata sulle politiche aziendali piuttosto che sulle competenze pratiche.
  2. Ruolo critico dei manager diretti
    L’atteggiamento dei manager di linea verso l’AI ha un impatto significativo sull’adozione da parte dei team. Anche in aziende che promuovono l’uso dell’AI, il supporto del manager diretto raddoppia la probabilità che i dipendenti diventino esperti o praticanti. Al contrario, quando il manager non supporta l’AI, il numero di scettici triplica.
  3. Disparità di competenze tra livelli aziendali
    I dipendenti senior sono più propensi ad adottare l’AI rispetto ai loro colleghi junior, spesso responsabili di attività manuali e ripetitive che l’AI potrebbe automatizzare facilmente. Questo divario rappresenta un’opportunità persa per migliorare l’efficienza operativa.

Tre strategie per adottare meglio l’AI nelle aziende italiane

  1. Investire in formazione pratica e personalizzata
    Molte aziende si concentrano su corsi generici di AI, ma la chiave è personalizzare la formazione in base ai ruoli aziendali.
    • Perché farlo: Una formazione pratica e su misura consente ai dipendenti di imparare come utilizzare strumenti AI specifici per le loro esigenze, migliorando la produttività e riducendo la curva di apprendimento. Ad esempio, i team marketing potrebbero concentrarsi su AI per l’analisi dei dati, mentre l’IT su modelli di automazione.
    • Come farlo: Il nostro primo suggerimento è quello di fare una formazione di alto livello e trasversale ai responsabili dell’adozione (dal titolare per le PMI ai responsabili di reparto in aziende più grandi). Ciò da loro la conoscenza e gli strumenti per creare un piano d’azione realistico ed efficace e di conseguenza pianificare la formazione specializzata.
  2. Coinvolgere i manager diretti nel processo
    I manager devono essere ambasciatori dell’AI, non ostacoli.
    • Perché farlo: I manager influenzano profondamente l’atteggiamento e il comportamento dei team. Un manager che adotta l’AI e la integra nei processi quotidiani trasmette un messaggio chiaro di innovazione e apertura al cambiamento.
    • Come farlo: Condividere con loro un approccio sistemico e consapevole con un modello chiaro su cui lavorare. In Digital Punk abbiamo adottato il modello A-E-I che aiuta i clienti a misurare KPI senza diluire risorse preziose indirizzando gli sforzi su progetti ben delineati.
  3. Rivoluzionare il coinvolgimento dei dipendenti junior
    I giovani talenti sono spesso i più scettici, ma anche i più abili nell’adottare nuove tecnologie quando ben formati.
    • Perché farlo: I dipendenti junior, che gestiscono attività ripetitive e manuali, rappresentano il terreno ideale per testare e scalare le soluzioni AI. Inoltre, ridurre il loro scetticismo aumenta l’adozione su scala più ampia.
    • Come farlo: Creare programmi di mentorship tra dipendenti senior e junior, dove i primi insegnano le strategie per sfruttare l’AI nelle attività operative.

Conclusione: prepararsi al futuro con un piano solido

Le aziende italiane non possono permettersi di ignorare i vantaggi dell’AI, ma devono affrontare le sfide con un approccio strategico e mirato. Formazione pratica, coinvolgimento dei manager e valorizzazione dei giovani talenti sono i pilastri per costruire un’organizzazione AI-ready.

Le aziende italiane devono sfruttare l’intelligenza artificiale nel 2025 (e oltre) per recuperare in competitività e produttività.