Facciamo un gioco: alza la mano se nella tua azienda qualcuno ha detto, negli ultimi sei mesi, “l’intelligenza artificiale non porta risultati concreti”. Ecco, tienila alzata. Ora alza l’altra mano se la stessa persona non ha mai costruito un singolo caso d’uso, non ha formato nessuno e pensa che l’AI sia una bacchetta magica che trasforma il business mentre dormi.
Benvenuto nel club. Sei in buona compagnia con il 70% delle PMI italiane che hanno “sperimentato” l’AI senza vedere un euro di ritorno.roi-ai
Il problema non è che il ROI dell’intelligenza artificiale non esista. Il problema è che ottenere un ritorno AI richiede lavoro sporco, non glamour.
Il ROI AI esiste, ma devi sudare per ottenerlo
Parliamoci chiaro: costruire GPT personalizzati, organizzare sessioni di formazione durante la pausa pranzo, condividere casi d’uso, conquistare cuori e menti, imporre la competenza AI in azienda. Questo è il lavoro duro che genera ROI dell’intelligenza artificiale.
Non c’è nessuna formula magica. Non c’è nessun consulente che ti vende la soluzione chiavi in mano mentre tu stai a guardare. Se cerchi la bacchetta magica, continua pure a cercare. Ma non la troverai, neanche in Digital Punk!
Le aziende che stanno ottenendo risultati concreti dall’AI hanno trovato centinaia di casi d’uso che fanno risparmiare tempo, liberano capacità produttiva o generano crescita. Ma hanno investito mesi di lavoro metodico, spesso ingrato, per arrivarci.
Un esempio? Autodesk ha implementato un GPT personalizzato per standardizzare le revisioni trimestrali del business. Niente di rivoluzionario, niente di sexy. Solo un sistema che automatizza la prima bozza delle presentazioni trimestrali, estraendo e formattando i dati di performance. Richiede ancora revisione umana, ma risparmia al team oltre 10 ore al mese.
Non è glamour. Ma è significativo. E si traduce in ROI AI misurabile.
I tre livelli di integrazione AI (e perché stai sbagliando tutto)
La maggior parte delle aziende italiane commette lo stesso errore: vogliono saltare direttamente all’automazione enterprise senza aver costruito nessuna competenza di base.
È come voler correre la Stramilano quando fino a ieri prendevi il taxi per andare in edicola. Risultato? Ti sfasci al primo chilometro e dichiari che “correre non funziona”.
Esistono tre livelli di integrazione dell’intelligenza artificiale nelle organizzazioni:
Livello 1: Workflow individuali costruiti sul tuo LLM esistente (ChatGPT, Claude, ecc.)
Livello 2: Workflow di team che coinvolgono più passaggi e manipolazione dati
Livello 3: Orchestrazione enterprise con sistemi automatizzati e integrazione ingegneristica
La maggior parte delle aziende prova a saltare direttamente al Livello 3 senza aver costruito competenza nei Livelli 1 e 2. Ma c’è un sacco di ROI AI nei workflow “non cool” costruiti con GPT personalizzati.
Se nella tua azienda nessuno usa ChatGPT per automatizzare nemmeno un’attività ripetitiva, come pensi di implementare un sistema di automazione enterprise che coinvolga 15 reparti?
La domanda che devi fare (e che nessuno fa)
Ecco la verità scomoda: la maggior parte delle aziende si concentra sull’ottenere budget per investimenti in AI, ma non verifica mai il ritorno AI sul back-end.
Lanciano un progetto pilota, tutti fanno gli entusiasti per due settimane, poi il progetto muore nel silenzio generale e nessuno misura se ha funzionato o no.
Logitech dice di usare dei “questionari di valutazione” obbligatori per ogni progetto pilota AI. Ogni iniziativa deve documentare la strategia del progetto e il tempo o i soldi risparmiati.
I risultati? In un caso, l’automazione della validazione SQL ha ridotto i tempi di revisione manuale del 90%, risparmiando al team 9 ore a settimana. Un altro assistente operativo ha risparmiato 250 ore settimanali distribuite su più team.
Quando inizi a tracciare in questo modo, trovi sacche di ROI dell’intelligenza artificiale ovunque nella tua organizzazione. E soprattutto: scopri cosa non ha funzionato, così puoi imparare dagli errori.
La domanda da fare ossessivamente dopo ogni progetto AI è: “Questo ha risparmiato tempo o denaro?” Se non sai rispondere con numeri precisi, non stai facendo il lavoro.
ROI “morbido” vs ROI “duro”: devi credere in entrambi
Distinguiamo due tipi di ritorno sull’intelligenza artificiale:
ROI duro: risparmi di tempo e costi espressi in numeri. Quello che vuole vedere il tuo CFO. Ore risparmiate, costi tagliati, ricavi incrementali. Roba concreta.
ROI morbido: il potenziale per la tua organizzazione, in cui devi semplicemente credere. Competitività futura, capacità di attrarre talenti, resilienza organizzativa.
Per il ROI AI duro, appoggiati alle tue business unit per riportare i progressi. Sono le persone nella tua organizzazione che sanno davvero cosa succede sul campo.
Per il ROI morbido, si tratta di convinzione. Devi DAVVERO credere in due cose: primo, che l’AI trasformerà la tua azienda. Secondo, che hai una responsabilità verso i tuoi dipendenti di guidarli attraverso questa trasformazione.
Se non credi in queste due cose, lascia perdere l’AI. Davvero. Risparmia i soldi e il tempo di tutti.
Non puoi saltare il change management (anche se richiede un’eternità)
Parliamo della parte più noiosa, più frustrante, più time-consuming dell’implementazione AI: il change management.
In un case study pubblicato si trova un ottimo esempio di quanto sia duro e dispendioso in termini di tempo il change management. In 10 mesi, l’azienda ha sviluppato processi di intake, approvato workflow, formato oltre 3 dozzine di AI champion, organizzato sessioni formative durante la pausa pranzo, invitato speaker esterni e creato piani di adozione dettagliati per ogni prodotto AI.
Il loro Head of AI ha descritto il processo di adozione dell’AI come “fare marketing per il nuovo iPhone”. Un All Hands aziendale o una memo non bastano. Devi parlare di AI finché le persone non ne possono più.
Credimi, l’ho fatto in prima persona. Le persone devono sentire lo stesso messaggio 7-10 volte prima di iniziare ad agire. E ogni volta che lo ripeti, una vocina nella tua testa ti dice “ma non l’avevo già detto?”. Sì, l’avevi detto. Ma serve ripeterlo. Valeva per gli argomenti prima dell’AI, vale allo stesso modo per l’AI. In Digital Punk abbiamo iniziato a fare corsi esterni per imparare, corsi interni per condividere, sessioni di approfondimento, workshop, portato l’AI a Vola 2024, portato l’AI ai Digital Punk Day, creato un AI manifesto ed un AI policy ed il viaggio non è certo terminato.
Nella tua azienda italiana, questo significa:
- Workshop mensili sull’AI (non una tantum, mensili)
- AI champion in ogni reparto che evangelizzano e supportano i colleghi
- Canali Slack o Teams dedicati dove le persone condividono vittorie e casi d’uso
- Sessioni settimanali dove aiuti le persone a usare gli strumenti
- Documentazione costantemente aggiornata in italiano, accessibile, pratica
- Celebrare pubblicamente ogni piccola vittoria AI
Tutto questo richiede tempo. Tanto tempo. Tempo che potresti usare per “cose più importanti”. Ma se vuoi vedere ROI AI reale, questo è il prezzo da pagare.
La realtà che nessuno vuole sentire
Il ROI dell’intelligenza artificiale non è una destinazione, è una disciplina.
Le aziende che vedono ritorni reali non sono quelle che aspettano che l’AI trasformi magicamente il loro business da un giorno all’altro. Sono quelle che hanno nominato qualcuno per guidare lo sforzo, investito in buoni strumenti, tracciato e misurato meticolosamente il valore, e organizzato un milione di sessioni di supporto per aiutare le persone a usare l’AI.
In Italia, a volte abbiamo un problema culturale aggiuntivo. Siamo bravissimi a lamentarci (“tanto non funziona niente”), mediocri nell’esecuzione metodica, e allergici alla misurazione rigorosa. Poi sopperiamo a tutto con grande fantasia, creatività e duro lavoro (sì siamo scoordinati ma anche gran lavoratori).
Il problema di fondo però rimane ed il risultato? Compriamo licenze ChatGPT Enterprise per tutta l’azienda, nessuno le usa dopo due settimane, e poi diciamo “vedi? L’AI non serve a niente”.
No. L’AI funziona. Ma solo se fai il lavoro.
I 5 errori mortali delle aziende italiane sull’AI
Prima di andare avanti, lasciami elencare gli errori che vedo ripetere ossessivamente nelle PMI italiane:
1. Pensare che l’AI si implementi da sola
“Abbiamo dato ChatGPT a tutti” non è una strategia. È il punto di partenza. Poi serve formazione, supporto, evangelizzazione, misurazione.
2. Non nominare un responsabile AI
Se l’AI è “responsabilità di tutti”, non è responsabilità di nessuno. Serve una persona dedicata, con tempo ed energia per guidare l’adozione.
3. Saltare la formazione perché “tanto è facile”
No, non è facile. La curva di apprendimento è ripida. Le persone hanno bisogno di essere guidate, incoraggiate, supportate.
4. Non misurare nulla
Se non misuri tempo risparmiato, costi tagliati, ricavi incrementali, non puoi dimostrare il ROI AI. E senza numeri, il CFO taglierà il budget alla prima occasione.
5. Mollare dopo tre mesi
L’adozione AI richiede 12-18 mesi per vedere risultati significativi. Se molli dopo tre mesi perché “non funziona”, hai solo buttato tempo e soldi.
Come le aziende italiane vincenti stanno ottenendo ROI AI
Ora parliamo di cosa funziona davvero. Perché ci sono aziende italiane che stanno ottenendo ritorno AI straordinario, mentre le altre arrancano.
Come le aziende italiane vincenti stanno ottenendo ROI AI
Ora parliamo di cosa funziona davvero. Perché ci sono aziende italiane che stanno ottenendo ritorno AI straordinario, mentre le altre arrancano.
Prysmian, leader mondiale nella produzione di cavi, ha implementato Cash Flow Intelligence, una soluzione AI di JPMorgan per la gestione del treasury. Risultato concreto: 100.000 dollari di risparmio annuo eliminando la riconciliazione manuale di oltre 3.000 transazioni giornaliere, riduzione del 50% del tempo dedicato alle previsioni (10 ore a settimana liberate), e risoluzione delle richieste finanziarie del management 10 volte più veloce. Non magia: 10 mesi di implementazione metodica.
Stip, startup italiana specializzata in AI per il customer service, ha ottenuto risultati misurabili per i suoi clienti. Lavazza, Bricocenter, KIA Italia, Leroy Merlin e FCA Bank hanno registrato: riduzione dei costi del customer service del 70%, aumento della produttività del 300%, risoluzione del 95% delle richieste complesse in una singola interazione, e riduzione dei tempi di gestione da 10 a 3 minuti per ticket. In un anno, Stip ha processato oltre 1 milione di richieste attraverso la sua AI.
Il tuo piano d’azione per ottenere ROI AI (partendo da lunedì)
Basta teoria. Ecco cosa devi fare concretamente per iniziare a vedere ritorno sull’intelligenza artificiale nella tua azienda:
Settimana 1-2: Audit e baseline
Identifica 3-5 processi ripetitivi che consumano più tempo nei tuoi team. Misura esattamente quanto tempo richiedono oggi. Questa è la tua baseline.
Settimana 3-4: Primi esperimenti
Seleziona 2-3 persone curiose e tecnologicamente capaci. Formale intensivamente su ChatGPT o Claude. Dai loro il compito di automatizzare uno dei processi identificati. O se non è possibile automatizzare, usare l’AI per ridurre il carico di lavoro ripetitivo.
Mese 2: Misurazione e condivisione
Misura il tempo risparmiato dai primi esperimenti. Se hai risparmiato anche solo 2-3 ore a settimana per persona, condividi la vittoria con tutta l’azienda.
Mese 3-6: Scala gradualmente
Espandi a più team, sempre con supporto intenso. Organizza incontri settimanali. Crea documentazione. Celebra ogni piccola vittoria.
Mese 6-12: Workflow complessi
Solo ora, dopo aver costruito competenza di base, puoi iniziare a lavorare su workflow più complessi che coinvolgono più team o integrazioni tecniche.
Non saltare passaggi. Non accelerare. La fretta è nemica del ROI AI.
Domande frequenti sul ROI dell’intelligenza artificiale
Quanto tempo serve per vedere i primi risultati dall’AI in azienda?
I primi risparmi di tempo su attività semplici puoi vederli in 2-4 settimane se parti con persone motivate e ben formate. Per ROI significativo e misurabile a livello aziendale, servono 6-12 mesi di lavoro metodico. Chi ti promette risultati immediati ti sta vendendo fumo. L’adozione AI è una maratona, non uno sprint.
Quale percentuale del budget IT dovrei dedicare all’intelligenza artificiale?
Non esiste una percentuale magica, ma le aziende che vedono risultati investono tipicamente 10-15% del budget IT in AI, includendo licenze software, formazione e personale dedicato. Più importante della percentuale è avere un responsabile AI con tempo ed energia per guidare l’adozione. Un budget enorme senza leadership genera zero ROI.
Come convinco il CFO a investire in AI senza dati storici?
Inizia con progetti pilota a basso costo su processi specifici e misurabili. Usa ChatGPT Plus (29€/utente/mese) per 10-15 persone selezionate, identifica 2-3 casi d’uso chiari, misura rigorosamente tempo e costi risparmiati dopo 8 settimane. Presenta numeri concreti: “Abbiamo risparmiato 37 ore/settimana nel reparto X, equivalenti a 18.000€/anno”. I CFO parlano la lingua dei numeri, daglieli.
Quali sono i primi casi d’uso AI che generano ROI velocemente?
I quick win più comuni sono: automatizzare risposte a email ripetitive (risparmi 3-5 ore/settimana per persona), creare primi draft di presentazioni o report (risparmi 5-8 ore/settimana), analizzare velocemente documenti lunghi o contratti (risparmi 10-15 ore/settimana), generare varianti di contenuti marketing (risparmi 4-6 ore/settimana). Parti da questi, misura, scala.
La verità scomoda che chiude il cerchio
Se sei frustrato perché i tuoi investimenti in AI non stanno pagando, fatti una domanda semplice: stai facendo il lavoro?
Perché il ROI AI è lì, accessibile, misurabile. Ma solo se sei disposto a rimboccarti le maniche e costruirlo.
Nessuno farà il lavoro sporco al posto tuo. Nessun consulente, nessun software, nessuna piattaforma. Puoi comprare gli strumenti migliori del mondo, ma se nessuno li usa con metodo e disciplina, hai solo buttato soldi.
L’intelligenza artificiale non è magia. È metodologia, disciplina, cultura e leadership.
Le aziende italiane che stanno vincendo con l’AI non hanno scoperto un segreto. Hanno semplicemente fatto il lavoro che le altre non vogliono fare.
Inizia oggi il tuo percorso verso il ROI AI con Digital Punk
Leggere questo articolo è stato facile. Implementare l’AI nella tua azienda meno, ma straordinariamente gratificante.
Digital Punk offre formazione e consulenza per un’adozione consapevole dell’intelligenza artificiale nelle aziende italiane. Non vendiamo fumo o promesse impossibili. Ti aiutiamo a costruire competenza reale, metodologia solida e risultati misurabili.
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Non aspettare che i tuoi competitor ti superino. Il momento di agire è adesso.
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Il ROI dell’intelligenza artificiale esiste. Ma devi sudare per ottenerlo. Noi ti insegniamo come