Negli scacchi vige il detto: “Un cattivo piano è meglio di nessun piano”.
Il generale Dwight D. Eisenhower invece diceva: “In preparazione della battaglia ho sempre trovato che i piani sono inutili, ma pianificare è indispensabile”.
L’inizio dell’anno è per molti un momento di pianificazione. Ha senso farlo quando il mondo è diventato estremamente volatile, tutto cambia molto velocemente e si fa fatica a guardare a lungo termine?
Ha ragione il generale USA che i piani sono inutili? Difficile prevedere cosa faranno i clienti, i prospect, i concorrenti, i fornitori, i propri partner commerciali o se nel frattempo cambieranno tecnologie, normative o umori del mercato.
Perché pianificare?
In realtà è proprio perché oggi tutto muta così radicalmente e celermente che il processo di creare un piano rimane estremamente importante. Fare un business plan ad esempio richiede fermarsi ad analizzare la situazione attuale. Investigare tutti i fattori già citati, gli agenti interni ed esterni all’organizzazione, spesso condurre una analisi SWOT. Questo ci consente di approfondire alcuni temi, renderci conto con più chiarezza dello stato attuale, ma anche di alcuni cambiamenti che sono già in corso.
Questo lavoro potrebbe portare a piani inadeguati, o che diventeranno obsoleti in brevissimo tempo. La quantità di informazioni e ragionamenti condotti per produrre quei piani è un patrimonio che rimane e che ci consentirà di reagire più preparati alle nuove sfide che appariranno sulla strada. Saremo meno colti di sorpresa, e anche quando succederà potremo rispondere più tempestivamente sulla scorta della conoscenza acquisita durante la fase di pianificazione.
Cosa fare dunque?
Sii sempre preparato. Fai un piano e prova a metterlo in pratica. Allo stesso tempo non fidarti mai ciecamente del tuo piano: le cose cambieranno e probabilmente dovrai continuamente riadattarlo. Fidati invece del processo, delle competenze e delle conoscenze sviluppate durante la sua creazione.
In Digital Punk crediamo che pianificare sia importante, e che lo sia ancora di più condividerlo con tutta l’organizzazione. Per essere sempre pronti al cambiamento.
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