Tu e noi di Digital Punk, non possiamo ignorare l’intervento che ha il più alto numero di visualizzazioni di sempre, oltre 76 milioni al momento, specie se si tratta anche del nostro TED talk preferito in assoluto.
Sir Ken Robinson ci parla di come il sistema scolastico abbia alcuni difetti fra cui quello di non incentivare, nostro eufemismo, la creatività.
Perché amiamo così tanto questo discorso e ovviamente non siamo gli unici visto il grande successo? Chiaramente il contenuto gioca un ruolo importante, si parla di un argomento universale, l’istruzione, con una tesi vibrante e volendo controversa. Robinson ha ricevuto più di una critica nella sua carriera su questi temi.
Ecco dunque il primo punto che possiamo fare nostro: il coinvolgimento di una platea molto vasta passa dal trattare un tema che sia comprensibile di interesse e coinvolgente per un numero di persone il più ampio possibile. Sii universale sia nel contenuto che nel modo di trattarlo, e più avanti lo vedremo in maniera esplicita. Non sempre però i nostri argomenti sono così di interesse comune, come comportarci? Dobbiamo cercare di capire da quale angolazione affrontarli per renderli rilevanti per un’audience più ampia. Possiamo ricorrere ad analoghe esperienze nel pubblico (come farà Ken) o visualizzare esplicitamente come un’idea specifica sia applicabile in contesti diversi che li coinvolgano.
Un altro motivo di successo di questa presentazione è l’umorismo. Al 24° secondo l’audience già ride e succederà tante altre volte. A chi non piace ridere? Se riusciamo ad essere divertenti saremo ascoltati! Nel minuto e mezzo che segue ci sono almeno altre quattro battute.
Fra i tanti modi di creare battute senza raccontare barzellette (cosa difficile per molti di noi) ecco due esempi.
Il primo è creare un’aspettativa e poi colpire il pubblico con una sorpresa.
Quando mia moglie cucina, cosa che non accade spesso, per fortuna.
Tutta la frase è la preparazione, tranne le ultime due parole che sono la battuta (nel video osserva anche i tempi).
Un altro modo è l’esagerazione esasperata come quando parla dell’abilità della moglie nel multi-tasking:
se cucina, parla al telefono, parla con i bambini, tinge il soffitto, fa un intervento a cuore aperto.
Nell’introduzione, che dura più o meno fino alla fine terzo minuto (3:10) Robinson riesce a fare diverse cose:
- creare interesse e coinvolgimento del pubblico evocando la loro esperienza con l’istruzione (01:42 – 02:20)
- usare l’umorismo per aumentare l’attenzione (ripetutamente)
- creare dei riferimenti specifici al momento, ovvero ciò che ha visto e sentito dagli altri speaker a quella conferenza TED (00:30 – 01:00)
- dichiarare chiaramente quale è il suo tema centrale, ovvero di cosa vuole parlare e quale è il messaggio che vuole che il pubblico porti a casa (02:55 – 03:10)
A questo punto è finita la fase di apertura del discorso e si entra in quello che in gergo si chiama il corpo della presentazione, ovvero dove il tema viene elaborato.
La parte centrale inizia con un altro paio di battute e poi subito dopo Ken si butta in una storia (03:32), anzi un paio di esse (04:08) le quali sono: aneddoti, divertenti ed estremamente correlate con il tema in essere (05:22). Messaggio che continua con uno dei primi punti focali (05:45), nota come cambia l’espressione facciale di Robinson, e come l’energia vocale e la gestualità sottolineano il concetto, il quale viene anche ripetuto per maggiore enfasi (05:50).
I passaggi successivi rinforzano quello che è presentato come il problema, ovvero “i bambini nascono creativi, il sistema scolastico tende a distruggere questa capacità”. La sezione successiva (06:25) risponde alla domanda del perché ciò avviene.
Anche questa parte inizia con una serie di battute su Shakespeare che servono ad introdurre un altro concetto importante “le materie alla base del sistema scolastico sono le stesse in ogni luogo del mondo e cultura” (08:30).
Subito dopo (09:15) c’è una bellissima visualizzazione grafica che costruisce sul passaggio precedente dove si menziona la danza ed il corpo. “Iniziamo ad istruirli dalla cintola in su, poi ci concentriamo sulla testa, e maggiormente su un lato di essa”. La stessa raffigurazione è ripresa poco più avanti (09:45) rafforzandone l’idea.
Un altra sequenza di battute (10:15) e la spiegazione del perché abbiamo questo problema (11:00), da sottolineare come ad un certo punto egli dica (12:00) “Non penso possiamo permetterci di continuare così”, con l’uso del plurale inclusivo.
Nel passaggio sul multi-tasking c’è un connubio fra scienza e ancora una volta umorismo, che all’inizio sembra vertere più su Terry, sua moglie, come visto sopra, salvo poi ricadere su stesso. Ovvero il miglior soggetto da colpire con battute quando parli in pubblico (te stesso, non Ken!).
Segue ancora una storia (15:00), ancora una volta un aneddoto pertinente punteggiato da qualche battuta. Anche qui Robinson usa la ripetizione per enfatizzare un’idea “devono muoversi per pensare” (17:00).
Questa bellissima storia oltre a rinforzare il tema centrale dell’intervento chiude anche la parte centrale accompagnandoci verso la fine, e lo fa con una battuta (17:25) che fa sorridere, ma anche pensare e scatena un applauso a scena aperta.
La parte finale, detta normalmente conclusione, è evocata da Robinson “Quello che penso si riassume in questo” (17:40). È una buona tecnica per far capire all’audience che ci avviamo al termine e risvegliare l’attenzione, anche se sono sicuro che in questo caso il pubblico era completamente concentrato. Anche in quest’ultima sezione ci sono diversi riferimenti a quanto detto nel resto della conferenza. Si tratta di un’ottima cosa che aiuta il pubblico a percepire il senso di vivere il momento, rendendo il discorso più coinvolgente e eliminando ogni possibile alone di precotto.
La conclusione è seria e forte come deve giustamente essere, per lasciare un messaggio forte a 76,625,936 ascoltatori. Tutte le presentazioni al TED possono beneficiare di un’esposizione on-line, questa però le supera tutte, per quale motivo?
Si tratta sicuramente di un discorso strutturato molto bene, lo abbiamo visto prima. Le storie raccontate sono affascinanti e ci fanno venire voglia di continuare ad ascoltarlo. Il forte umorismo è sicuramente una componente non trascurabile del successo. Il valore dirompente dell’idea, e la sua universalità, sono però l’elemento cruciale. Banalità ben dette non infiammano le platee, così argomenti che non li toccano in prima persona. Per muovere il pubblico bisogna osare, avere il coraggio di spostare la loro asticella in alto e farlo con passione ed onestà intellettuale. Questa è la lezione principale che possiamo imparare da Sir Ken Robinson.
Per altre idee su come portare il tuo messaggio al numero 1 ti consigliamo di dare un occhio al corso Presentazioni di successo.
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